Premio alla Cultura 1989 della Pres

idenza del Consiglio dei Ministri

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Circolo Culturale

L'archivio parmense del 900

PRG di PARMA dall'unità d'Italia - 1a parte

Evoluzione urbanistica e Piani Regolatori cittadini

PARMA 1856-2001

 

Parte prima

Parte terza

NASCITA DELLA CITTA’ MODERNA

- Via della Salute (1856)

- Piano Regolatore (1887)

- Relazione Mariotti (1894)      - disegno ››

I P.R.G. DEL SECONDO DOPO-GUERRA

PRG (1957-1963)  storia, gestione, obbiettivi

PRG (1969-1974)

- storia (1965-1980) - gestione  - obiettivi  - legislazione

Parte seconda

Parte quarta

LO SVILUPPO DELLA CITTA’ NEI PRIMI CINQUANT’ANNI

- Il Piano Regolatore (1938-1945)

- storia, gestione, obiettivi

IL PIANO DI RICOSTRUZIONE (1946-1950)

- storia, gestione, obiettivi

LA CITTA’ POST-INDUSTRIALE

 PRG (1998-2001)

- gestione (riassunto tappe principali)

- obiettivi

- bibliografia

 

appunti dell'Arch. Marzio PAVARANI

sopra: pianta di Parma antica  -dall'Archivio di Stato-

PREMESSA

Il tema della città, è sempre di grande attualità, non riconoscerne l’interesse significa non credere a quella stretta relazione, fra storia dell’umanità e storia urbana, fra città e civiltà. Lo scritto che segue, non vuole essere uno studio critico ed approfondito sull’evoluzione urbanistica della città di Parma spiegandone tutti i fenomeni di trasformazione fisica; non era questa la sede. L’interesse è stato, pur rimanendo nel vago, quello di specificare accennandole, tutte le tappe cronologiche degli avvenimenti che segnando la crescita della città, possono favorire, non soltanto agli addetti ai lavori, ma anche a chi ha curiosità per i problemi generali della cultura, indicazioni precise. Certamente, lo svolgimento può sembrare frammentario e poco approfondito, (e di questo chiedo scusa al lettore) ma sempre veritiero nei fatti nei tempi e nei luoghi, con la sincera intenzione di un racconto, obbiettivo e con carattere di cauta storicità pluralista. E, se rileggere il passato aiuta a capire il presente, m’è parso giusto anche citare, con la massima discrezione, i protagonisti, perché nel rispetto degli stessi nomi, essi possono inserirvi un certo equilibrio realistico, facendo parlare i fatti che sono propri della storia presente. La difficoltà maggiore è stata nel verificare in poche righe tanti anni di storia. Questa necessità dettata da fattori “tecnologici moderni” ha costretto il sottoscritto ad articolare il lavoro riassumendo gli  obbiettivi tecnici dei vari interventi sul territorio con i tempi e i modi di gestione degli stessi insieme; e tutto questo per quanto riguarda la elaborazione storica fino 1965; poi ho approfittato del materiale già in mio possesso e cogliendo l’occasione nel  ricordare l’esperienza di studio fatta ai tempi dell’università, scrivendo del P.R.G. del 1969 / ’74 ho diviso tale capitolo in più fasi; infine non ho voluto, anche per non influenzare più di tanto coloro i quali vorranno intervenire, non fare il medesimo iter nella descrizione dell’ultimo P.R.G. limitandomi a riportare le nozioni riferite agli obbiettivi del “piano” come riassunti dai documenti prodotti dal Comune e per la gestione del “piano” ho soltanto riferito le date ritenute più significative.

Via della Salute -1856-

Può considerarsi, un embrione di piano la costruzione di questa via voluta da Luisa Maria di Borbone. Col decreto del 2 dicembre 1856 la reggente stabilì l’apertura di una nuova strada: Via della Salute. Entro le mura cittadine buona parte del territorio era ancora riservata ad orti e giardini. L’apertura  di questa via nell’ambito della città muraria riveste quindi una notevole importanza nell’espansione della città, anche se non può essere annoverata come esempio tipico di trasformazione e di sventramento delle città secondo il modello Haussmaniano. La Via non nasce come i boulevardes parigini, distruggendo e sostituendo il tessuto urbano preesistente ma pur restando all’interno delle mura si pone al difuori dei centri di interesse determinati dalle tre piazze principali della città: Piazza di Corte, Piazza Grande, Piazza del Duomo. Il quartiere venne costruito sul terreno che lo stato aveva espropriato ai conventi cittadini. Nel decreto vennero stabilite norme igieniche e facilitazioni economiche tese a facilitare la costruzione delle case da parte dei privati. Il progetto fu scelto in base a quelli pervenuti attraverso un bando cittadino e l’appalto dei lavori venne messo all’asta tra imprenditori locali. I privati che sovvenzionarono la costruzione possono essere distinti in tre categorie. Una parte di questi regalò otto case alla costituenda Cassa di Risparmio,come capitale di dotazione immobile e non liquido. A questi veniva data in cambio della generosa offerta per la costruzione delle case un onorificenza od un titolo nobiliare. Un'altra categoria provvide alla costruzione di case che rimasero poi allo Stato e i nomi dei sottoscriventi vennero aggiunti alla lista dello Stato e del Principe. Un' ultima categoria era formata da benefattori che non potendo dare una cifra corrispondente alla costruzione di una casa intera,usarono un sistema di pretese azioni di 100 lire l’una. Queste azioni, in effetti, erano solo un pretesto se non offerte in quanto la somma probabilmente non fu mai restituita e l’atto aveva carattere filantropico. Altre case (tutt’ora nella via ne restano 44) date le spese che lo Stato aveva sostenuto per l’apertura della Via e per tutti i requisiti igienici idonei a renderle abitabili,andarono allo Stato che li affittò a pigioni molto basse. La conclusione del progetto, fu in seguito attuata dal sindaco Mariotti nel 1905.

 

sopra: Via Della Salute - piante e prospetti

sopra: Via Della Salute - planimetria del luogo

  BRANO TRATTO E RIASSUNTO DALLA RIVISTA 'TECNICA E FORMA'

 

 

Piano Regolatore (1887)  -  Relazione Mariotti (1894)

Parma, particolarmente investita dal ritardato processo di industrializzazione,resterà dopo l’episodio di via della Salute fino al 1894 (anno della relazione Mariotti) senza modificazioni fisiche  di rilevante spessore. Con la relazione Mariotti (eletto più volte sindaco: 1889\90-1893\94-1896\1906-1910-14) non solo verrà presa in considerazione la proposta di via della Salute ma insieme ad altri intenti fu tenuto presente il Piano Regolatore del 1887 e le proposte in esso contenute. Tuttavia, in questo intervallo di tempo si deve ricordare la costruzione della linea ferroviaria Bologna-Piacenza (1859) e alcune sistemazioni locali come la costruzione del Foro Boario (1862) (per favorire il mercato bestiame) la sistemazione di Porta Farini (1887) (la ricostruzione del Ponte Caprazucca, l’edificazione del teatro Oscar Reinach (che in futuro per le leggi razziali  fasciste verrà chiamato Paganini) ecc...

sopra: Città di Parma 1882, su concessione dell'Archivio di Stato di Parma

Il ‘Progetto di Piano Regolatore' (1887) si prefigurava di raggiungere i seguenti obbiettivi: erano previste rettifiche di strade esistenti e l’apertura di nuove strade, tra loro ortogonali, attraverso gli isolati specie nella zona dell’Oltretorrente riempiendo così quegli spazi sotto i bastioni rimasti ancora allo stato primitivo al fine di destinarli a verde ed abitazioni. Per la parte di città posta a destra del torrente era previsto l’allargamento del Ponte di Mezzo e di via Mazzini fino a Piazza Garibaldi e la creazione di un ampio piazzale nel lato sud del Battistero con il conseguente abbattimento di una larga fetta a est di Palazzo della Rosa. Veniva proposta la demolizione di tutta la cinta muraria da Porta Garibaldi a Barriera Vittorio Emanuele proposta già qualche anno prima. Con l’abbattimento della cinta muraria da Porta Garibaldi a Barriera Vittorio Emanuele si presentava tutta la zona, fino alla ferrovia, Parma-Bologna, edificabile sia entro le cinta muraria quanto fuori di essa, senza alcuna zona di verde e con una sola piazza;i lotti erano previsti divisi da una rete di strade tra loro ortogonali. Per fattori di igenicità, oltre che a demolizioni di edifici era anche previsto un acquedotto la cui costruzione doveva estendersi a tutta la città. Già da questo progetto,si può rilevare come l’idea della trasformazione della città sia integrata con tutte quelle carenze sanitarie degli insediamenti paleo-industriali. Con la Relazione Mariotti, nella quale l’intento era  di fare “più bella e più grande ’’la città, essa trova, un altro pretesto per innovare il tessuto urbano, iniziando quella fase "espansionistica" che in futuro continuerà, determinando, attraverso i fenomeni di trasformazione della'mbiente fisico, implicite e svariate contraddizioni all'interno dei rapporti inerenti il principio insediativo.

Nella Relazione Mariotti, oltre ad esprimere l’interesse riguardante la sistemazioni a carattere locale venivano richieste anche le opere di risanamento già espresse nel Progetto di piano Regolatore del 1887 ed ora da eseguirsi con i benefici della legge di Napoli. La legge di Napoli del 1885 nata per attuare il risanamento igienico urbanistico della città partenopea,dopo le varie epidemie colleriche, di cui anche Parma ne rimase vittima, appartiene per circostanze cronologiche a quella serie di provvedimenti, che in tempi diversi, furono redatti ed approvati dal 1865 fino alla legge urbanistica del 1942. La legge pur attuando l’espediente dell’indennità di esproprio, non più pagato al valore venale ma ad un prezzo medio, si tradurrà nell’espulsione dei cittadini fra i più poveri fuori dell’ex città muraria dando inizio a una politica di sventramenti tesi a modificare (deturpare), l’assetto originario della città. Quindi riorganizzazione della struttura urbana che nel caso specifico per quanto riguarda la Relazione Mariotti proponeva i seguenti sventramenti:

A) a sinistra del torrente:

1) demolizione dell’isolato di case fra B.go Avertisi (ora via Mazzini) B.go Fiore (ora via Imbriani) (eseguito pochi anni dopo riducendo l’isolato alle dimensioni attuali)

2) demolizione dell’isolato fra B.go Catena, vicolo Catena (ora scomparso) e strada del Quartiere (effettuato pochi anni prima della seconda guerra mondiale)

3) demolizione dell’ isolato fra B.go Paglia, vicolo S.Giuseppe, B.go Minelli (ora scomparso) e B.go S. Giobbe (ora B.go Grassoni) (effettuato pochi anni prima della seconda guerra mondiale)

4) ampliamento dei Borghi dei Cappuccini (ora via Monte Grappa) ed ampliamento di Vicolo Carra (ora scomparso) entrambi effettuati pochi anni prima la seconda  guerra mondiale.

B) a destra del torrente:

1) demolizione dell’isolato tra B.go Marmirolo (ora scomparso) e B.go della Vite, pure scomparso (effettuato prima della seconda guerra mondiale)

2) demolizione delle case fra Piazzale  della Rosa  Vicolo Bianchi e Vicolo S.Apollonia e Vicolo Antini (effettuato prima della seconda guerra mondiale)

3) demolizione  dell’ isolato fra B.go della Rosa (ora via Alberelli) e Barriera Garibaldi (effettuato nell’ ultimo dopo guerra)

4) demolizione delle case di Borgo del Naviglio ei il Canale del Naviglio (effettuato nell’ultimo dopo guerra)

5) demolizione del mulino della Zecca in B.go degli Studi (effettuato in questo dopo guerra)

6) relazione Mariotti 1894, elaborazione grafica del 1975, appunti arch. Marzio Pavarani [vedi disegno] ››.

Sempre riguardo ai fattori di igenicità veniva ripreso il progetto dell’acquedotto (costruzione di una rete di acqua potabile che doveva estendersi per tutta la città) che venne inaugurato all’inizio del ’900 e lo studio di un sistema di fognatura rimasto sulla carta. Altro scopo della relazione Mariotti era la demolizione dei rampai da Porta Garibaldi a Barriera Vittorio Emanuele. E’ questo uno dei problemi fondamentali di modificazione  dell’ambiente fisico in funzione alle nuove esigenze di adattamento al processo di industrializzazione. Così in luogo dei rampai, si propone, la costruzione di case per il ceto più modesto, l’apertura di una nuova Barriera e in prossimità di questa la creazione di un nuovo macello. Proposte più volte e in tempi diversi discusse dalla Giunta comunale di allora e che trovano nella Relazione Mariotti il loro preciso significato realizzandosi in un secondo tempo e in fasi alterne. Sullo sfondo della retorica nazionalista, i disegni urbani, trovano nella esaltazione della patria motivi per intervenire sul tessuto urbano, ed era  pretesto per la costruzione di monumenti celebrativi. Non sfuggì l’occasione anche a Parma di rispondere a due importanti scadenze per commemorare due grandi concittadini: Vittorio Bottego (1860-1897) decennale della morte, e Giuseppe Verdi (1813-1901) centenario della nascita. Ad ovest, dell’antica Porta S.Barnaba da poco chiamata Garibaldi venne demolito il Foro Boario, e ubicati a poca distanza i  due monumenti celebrativi: quello di Vittorio Bottego ancora esistente in Piazzale dalla Chiesa e l’altro a Giuseppe Verdi, distrutto nei bombardamenti della seconda guerra mondiale e salvata soltanto l’effige del Maesto sulla targa dello Ximenes posta dov’è tutt’ora in Piazza della Pace. Accanto  alla considerazione della città che incomincia a diventare un puro effetto economico-produttivo vengono delinearsi due caratteristiche quantitative ad illustrare il clima nel quale si origina, profondamente, la alternativa tecnologica dell’architettura fino ai suoi aspetti contemporanei; l’aspetto qualitativo è determinato: 1) numericamente (incremento demografico); 2) dimensionalmente (nuove esigenze commerciali). Incomincia così ad entrare in crisi tutta la nomenclatura di relazioni territoriali legata al sistema delle Porte; al già sistemato piazzale antistante alla stazione con le conseguenti strade di accesso al Ponte Bottega, la vecchia Porta Farini viene demolita e successivamente sostituita da una “barriera”. L'inaugurazione a Parma delle tranvie elettriche per Calestano e Fornovo e della rete cittadina è datata 05.05.1910. In tal senso, successivamente anche la linea tranviaria Parma-Langhirano viene fatta arrivare fin dentro il perimetro delle antiche mura della città; tutta la Provincia viene con medesime collegata direttamente con la città, dove si arriverà alla costruzione, nel 1919, di una rete tranviaria cittadina che, inaugurata l’anno successivo, metterà in comunicazione i poli opposti della città stessa. Con la realizzazione di nuovi ponti sul torrente Parma, e sistemazione di nuove strade, si sviluppa e tenderà ad affermarsi in seguito l’idea di città “centrata attorno a taluni precorsi” che con il loro estendersi determinarono la seconda fase di sviluppo della città industriale. Con la demolizione dei rampai, anche l’Oltretorrente, da Barriera Bixio a Barriera d’Azeglio e con la conseguente costruzione di viale Vittoria,l’anello delle mura della città si trasforma sempre più in un sistema attrezzato funzionante come fascia di passaggio tra il vecchio nucleo e le future espansioni. Nasce e comincia a configurarsi,fino a realizzarsi negli anni ‘20 (con la demolizione dei rampai alla sinistra del Parma, fra il Baluardo S.Gabriele e il ponte Caprazucca) l’idea funzionale e spaziale della distribuzione perimetrale di quella che sarà definita “circonvallazione” e che esprime letteralmente un’opera militare sviluppata attorno ad una città per ragioni di difesa e che nell’idea corrente e attuale serve a disegnare una strada che gira intorno ad un agglomerato urbano. Ormai la città tendeva lentamente a svilupparsi in uno schema morfologico radiocentrico, pur preesistendo, nella parte occidentale case malsane. All'inizio del XX secolo nuove industrie (es, l'impianto di zuccherificio) erano destinate a sorgere poste, in stretto contatto con le strade principali o con la ferrovia. L'industria, doveva essere in grado di assorbire quella manovalanza proveniente dalla campagna dove, l'agricoltura era in uno stato precario a causa dell'immediata ripresa delle condizioni di mezzadria. In tal senso, il movimento migratorio dalla campagna alla città, oltre a creare problemi di locazione abitativa causò anche fenomeni di disoccupazione assorbita nei migliori dei casi dalla recente industria o risolta attraverso occupazioni occasionali nell'edilizia, ed in particolare nell'esecuzione dei lavoratori pubblici quali l'arginatura del torrente Parma e la demolizione della cerchia muraria. La stagione Liberty doveva interessare anche Parma. Questo stile, la cui espressione floreale svolta in decorazione asimmetriche e bidimensionali, tendeva ad invadere tutti i campi, dalle arti figurative all'architettura (da cui ebbe modo di trarre la maggiore fortuna nell'espressione degli interni) fu un fenomeno prevalentemente urbano; la caratteristica costruttiva nell'ambito progettuale, non era altro che un'operazione estetica applicata ad un struttura di impianto tradizionale ideata, a fissare un'immagine sociale nel tempo.
Negli edifici di carattere amministrativo, come progetto delle Poste e Telegrafi in via Pisacane (caldeggiato dal sindaco Mariotti e disegnato dall' Arch. Moderanno Chiavelli (1869-1962) interessante, per "la sua configurazione planimetrica, derivata da considerazione di carattere urbanistico" volte a collegare due isolati attraverso una galleria interna il gusto Liberty è notato insieme ad un richiamo dell'eclettismo ottocentesco. Analogamente. queste affermazioni estetiche vengono rilevate nelle costruzioni private nelle classi sociali più abbienti e nell'edilizia funeraria; nel cimitero della Villetta che in quegli anni, si popolò anche di cappelle private si vede il gusto Liberty nel decorativismo estetico.

 

sopra: Facciata del Palazzo delle Poste e Telegrafi in Via Pisacane
edificato tra 1905 ed il 1910

 

 

 sopra: interno Palazzo delle Poste e Telegrafi in Via Pisacane

 

 

 sopra: particolare interno Palazzo delle Poste e Telegrafi in Via Pisacane