Premio alla Cultura 1989 della Pres

idenza del Consiglio dei Ministri

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Associazione Culturale

 

 

Storia e vita del Circolo 'il Borgo' di Parma

 

Scheda storica di Albino I. Ganapini

Una testimonianza di Enore Guerra

 

Scheda storica di Albino I. Ganapini

Una testimonianza di Enore Guerra

Lo Statuto

I Giovani ed il Borgo di R. Campanini

Le attività negli anni

dal 1977 al 1982››   dal 1995 al 2000››

dal 1983 al 1988››   dal 2001 al 2004››

dal 1989 al 1994››

Cariche sociali nel passato

Presidenti & Vice, Tesorieri dal 1977

Consigli direttivi dal 2000

Celebrazioni 30 anni attività del Circolo

 

 
Scheda storica di Albino Ivardi Ganapini

Il Circolo IL BORGO: un laboratorio per Parma

La nascita del Circolo "Il Borgo" tra il 1976 e il 1977 sta tutta dentro al contesto storico, politico e sociale del periodo, sia a livello locale che nazionale. Sul fronte nazionale il decennio precedente aveva visto avviarsi e poi consolidarsi l’alleanza di governo di centro-sinistra tra D.C. e socialisti, mentre sul piano sociale il rapporto impresa-sindacato era dominato dal conflitto e il terrorismo era esploso barbaramente in quella strategia della tensione che culminerà dopo qualche anno, con l’assassinio di Aldo Moro. L’economia, terminato il "boom" degli anni ’50 e primi ’60, viaggiava tra difficoltà interne, ristrutturazioni, presenza troppo ingombrante del settore pubblico, e problemi dell’incipiente internazionalizzazione. Sul piano religioso si era da poco aperta una grande e potenzialmente feconda stagione per i laici impegnati in politica e nel sociale con la conclusione del Concilio Vaticano secondo, il pontificato di Papa Giovanni XXIII e quello di Paolo VI.

Se questo era lo scenario nazionale, non meno ricco di stimoli era quello locale, dove si affacciava alla ribalta politica una nuova classe dirigente, di uomini provenienti dal mondo cattolico, come Gianpaolo Mora e Andrea Borri. Quest’ultimo, in particolare, espressione dei cattolici democratici e vicino al pensiero di Aldo Moro, veniva da una battaglia vivacissima condotta nel Consiglio Comunale di Parma sullo scandalo edilizio dentro la giunta social -comunista che amministrava il Comune. Inoltre Andrea Borri si apprestava a entrare in Parlamento come neo-eletto per la D.C. E proprio Borri con la sua tensione morale, la visione ampia della politica e degli interessi, la fede profonda nella democrazia e nella partecipazione, riuscì a coagulare attorno a sé un gruppo di amici di orientamento affine e di esperienze diverse. Iniziò un intenso lavoro di squadra attorno all’idea di dare vita a un Circolo politico-culturale come palestra di dibattito e confronto per arrivare ad analizzare e capire i problemi, formarsi un’opinione approfondita, orientare l’azione. Qui sta il senso del "politico-culturale": doveva servire non solo per approfondimenti culturali e conoscitivi, ma questo era la precondizione dell’obiettivo vero, che era l’azione e la proposta politica.

A livello locale, in particolare, era palese una carenza nell’innovazione politica e amministrativa. Ma anche il quadro nazionale era grigio, drammatico e ambiguo. Questa divaricazione locale-nazionale emerse subito nel nostro dibattito interno e se il nome che si adottò, "Il Borgo", rivelava che il "focus" era mirato sul piano locale, Andrea Borri, A.Ivardi Ganapini, Enore Guerra, Eugenio Caggiati e tutti gli altri fondatori marcarono sempre l’importanza che il dibattito culturale e politico avesse il respiro nazionale per non implodere nel localismo avulso.

Un altro pensiero che animo’ molto quella speciale fase "costituente" fu quello relativo all’ispirazione, al sistema di valori a cui ancorare il Circolo. Non avemmo dubbi nell’ indicare in statuto che queste radici stavano nell’ispirazione cristiana e nella dottrina sociale della Chiesa, matrice comune dei fondatori.

Il fatto che si parlasse di ispirazione voleva anche dire che non si trattava di un circolo confessionale, ma che muovevamo da laici responsabili del proprio agire sociale e politico, proprio alla luce del Vaticano Secondo e del Magistero ricco e nuovo degli ultimi pontefici. Questa ispirazione porterà il Circolo a esplorare storia e testimonianze del movimento politico dei cattolici : convegni su Don Cavalli, Don Pelosi, Don Mazzolari, ma soprattutto lo studio e il grande convegno su Giuseppe Micheli, proprio per il suo carattere di politico che prediligeva l’impegno sociale concreto alla disputa ideologica.

Questa attività culturale era vista da noi anche come propedeutica all’impegno politico e quindi rivolta particolarmente ai giovani. Non è casuale se il Circolo sviluppò quasi subito una specie di "Scuola" politica. Così come non è casuale se all’interno del Circolo i più giovani del gruppo, come Eugenio Caggiati, Beppe Iotti, Cristina Bazzini, diedero vita in quegli anni a "Nuova Proposta" per animare il mondo giovanile (memorabile l’affermazione alle elezioni degli organi universitari di Parma).

Maestro di questa "Scuola" di iniziazione alla politica fu per diverse stagioni Nino Andreatta, amico stretto di A. Borri, e la sede preferita delle lezioni era Berceto sotto l’ala ospitale del Sindaco Cavazzini, in estate.

Furono anni di fervore eccezionale: ecco perché nel titolo di questa breve memoria ho parlato di "laboratorio". Esplorammo anche metodi nuovi di animazione della politica locale: sui temi della città e del territorio il Borgo organizzò in quegli anni cicli di dibattiti radiofonici e televisivi locali con interventi del pubblico ( telefonate in diretta ).

L’impegno sul piano locale porterà in alcuni casi a studi approfonditi in collaborazione con l’Università: cito solo l’indagine negli anni ’80 dei proff. Scivoletto e Zani sulla povertà: "Malessere nella città ricca" con successivo importante convegno.

Ma il riferimento al quadro nazionale non mancò mai in quegli anni: ricordiamo che l’attività convegnistica del "Borgo" si aprì con un dibattito Andreatta-Peggio sull’economia, cioè tra i due economisti e parlamentari di riferimento sul tema per la DC e il PCI. Questo mi fa ricordare come una delle costanti metodologiche del "Borgo" fosse il confronto, convinti che sulle "cose da fare" più che sulle ideologie si potessero trovare vie d’uscita.

Un’ansia di ricerca che si ritrova anche sulle tematiche sindacali: un cruccio dei fondatori del "Borgo" fu proprio il constatare che il rapporto Sindacato-Imprese era tutto animato dal conflitto. Possibile che non si potesse convergere, ponendo tutti al centro il "bene comune"? Dedicammo fin dall’inizio a questo tema un ciclo di "confronti" tra imprenditori, sindacalisti ed economisti. Tra questi "ultimi" Il Borgo ebbe un rapporto privilegiato con Romano Prodi, protagonista di ben tre incontri del Circolo. Nell’ultimo, il 2 marzo 1995, che ebbi il privilegio di presiedere, insieme ad Andrea Borri, Prodi parlò dell’economia italiana, ma annunciò anche che scendeva in campo alla guida del centro-sinistra nelle elezioni politiche dell’anno 1996.

Rileggere la storia del "Borgo", dopo quasi 30 anni dalla nascita, attraverso le sue iniziative, consente proprio di ritrovare le idee guida politiche e metodologiche che ne caratterizzarono l’esordio. Un esempio di sostanziale fedeltà alle origini, forse con una parziale rinuncia al dibattito di tipo nazionale nell’ultimo periodo.

Certo il contesto storico politico è molto cambiato, per cui avrebbe senso una rivisitazione degli orientamenti e dei programmi, ferme motivazioni e ispirazioni, che, credo, siano fissate nel DNA.

ALBINO IVARDI GANAPINI

 

 

Una testimonianza di Enore Guerra

Motivazioni e caratteristiche del Circolo " IL BORGO

IL Borgo, un Circolo culturale che ha avuto il battesimo nel 1977. Un tempo in cui pareva che la cultura a Parma avesse necessità di un risveglio.

In quest’ottica, nella consapevolezza di portare un servizio alla città, si è allora costituito un gruppo di " gentlemen " con la corazza da manager, sotto la guida impeccabile e determinante dell’on. Andrea Borri. Un’Associazione apartitica, ma chiaramente ispirata dall’etica cristiana e dalla matrice cattolica.

Nel tempo si è fatta uno" stile" operando con discrezione, correttezza, trasparenza, permeata comunque da pragmatismo, organizzando con modestia, ma determinazione, centinaia di manifestazioni destinate a restare nella storia della cultura locale.

I campi d’azione sono stati molteplici : dalla cultura letteraria all’economia, dalla politica al sociale, dalla scuola alle famiglie, dal tempo libero all’ambiente, non dimenticando mai di porre particolare e tempestiva attenzione a tutte le problematiche che di volta in volta il tempo proponeva.

La ricerca in senso lato è stata uno degli obiettivi precipui del Circolo. Giova qui ricordare, a tal proposito, quella riferentesi alla " Povertà a Parma " che ha goduto della collaborazione di insigni docenti dell’Università e che è sfociata in una voluminosa pubblicazione, una ricca documentazione da cui hanno attinto alcuni studiosi.

I Giovani. I giovani hanno costituito pure essi ragione e motivo di grande attenzione, organizzando per loro corsi residenziali a Berceto in ottica di acculturamento politico-sociale. Sempre numerosa la presenza ,gratificante il loro esplicito apprezzamento.

Il Borgo si è imposto sin dal suo sorgere un obiettivo : la circolazione delle idee ed il confronto culturale in ottica costruttiva. In ciò è stato favorito dall’accoglienza e dalla collaborazione degli ambienti culturali, economici, sindacali, religiosi, sportivi presso i quali ha sempre goduto simpatia.

Consapevole dell’importanza della circolazione delle idee, grande attenzione ha posto nel campo dell’editoria. Numerose le pubblicazioni, in parte rivolte alla ricerca sui beni culturali, in parte specifiche quale contributo alla riscoperta di personaggi come Giuseppe Micheli e Don Giuseppe Cavalli.

Pure i "media", strumento di comunicazione di assoluta importanza che ha avuto nel tempo un sempre più crescente sviluppo in concomitanza con l’affermarsi del Borgo in seno alla società civile della città, sono stati parte integrante dei programmi culturali proposti dal Circolo. Una intensa e fattiva collaborazione con la TV PARMA ne è testimonianza. Quarantanove sono stati i dibattiti televisivi sui vari temi di attualità che tempo per tempo sono stati proposti

Significativa l’esperienza per la peculiarità del modo in cui questi temi sono stati trattati. Tutte trasmissioni in "diretta" con partecipazione degli ascoltatori tramite telefonate e tutto quanto sotto la piena responsabilità del Circolo circa eventuali interventi non consoni all’etica che una trasmissione in diretta TV avrebbe dovuto imporre, non essendo stati messi ancora in atto accorgimenti di passaggi telefonici in differita, come avviene attualmente un quanto, allora, non possibili.

Il Circolo ha corso i rischi nella piena consapevolezza di godere il massimo rispetto da parte dei cittadini che mai nel corso delle trasmissioni si sono abbandonati ad interventi irriguardosi, ma anzi hanno sempre manifestato gradimento per il nuovo porgere del Borgo che consentiva loro di intervenire nei dibattiti non a posteriori ma in diretta con possibilità di colloquio dialogante.

Un successo quindi che la stessa TV, allora direttore Aldo Curti, guardava in un primo tempo con qualche perplessità, ma che con il passare del tempo ha finito con il considerare l’esperienza oltremodo positiva.

Un’esperienza antesignana, forse senza precedenti in campo nazionale, di cui poi la stessa TV fece tesoro ,supportata dai mezzi tecnici nuovi che consentivano di eliminare quei rischi di cui si è fatto cenno dianzi. Una testimonianza positiva per il Circolo venne, e qui è motivo di soddisfazione ricordarlo, dallo stesso Direttore che avanti di iniziare le trasmissioni di tale fatta sotto la loro diretta responsabilità ebbe a riconoscere in diretta i meriti del Borgo per avere avuto la capacità e l’intuizione di dare inizio ad un sistema di comunicazione ed informazione che nel tempo si è affermato presso tutte le televisioni.

Una fiducia che il Circolo tempo per tempo si è guadagnata operando sempre con onestà intellettuale ed onestà d’intenti sotto la guida dei presidenti che nel tempo si sono susseguiti: Ganapini, Guerra, Soliani, Caggiati, avvalendosi di un contesto operativo di grande valore e di un alto numero di soci, mediamente sui 200-250.

La stima nei suoi confronti ha trovato riscontro in ogni ambiente e l’ha portato a meritare il più alto riconoscimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un premio di grande soddisfazione che ricambia l’impegno profuso negli anni, speso al servizio della città.

Comunicava allora, l’on. Andrea Borri : " ho ricevuto notizia dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Nino Cristofori che al Circolo IL BORGO è stato assegnato il Premio della cultura ’89.

Si tratta di un prestigioso riconoscimento conferito annualmente dalla Presidenza del Consiglio a case editrici, scrittori e associazioni che si sono maggiormente distinti nel campo della cultura "

Un alto riconoscimento, un fiore all’occhiello denso comunque di grande responsabilità.

  • ENORE GUERRA

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