Premio alla Cultura 1989 della Pres

idenza del Consiglio dei Ministri

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Circolo Culturale

L'archivio parmense del 900

PRG di PARMA dall'unità d'Italia - 3a parte.c

Evoluzione urbanistica e Piani Regolatori cittadini

PARMA 1856-2001

 

Parte prima

Parte terza

NASCITA DELLA CITTA’ MODERNA

- Via della Salute (1856)

- Piano Regolatore (1887)

- Relazione Mariotti (1894)

I P.R.G. DEL SECONDO DOPO-GUERRA

PRG (1957-1963)  storia, gestione, obbiettivi

PRG (1969-1974)

- storia (1965-1980) - gestione  - obiettivi  - legislazione

Parte seconda

Parte quarta

LO SVILUPPO DELLA CITTA’ NEI PRIMI CINQUANT’ANNI

- Il Piano Regolatore (1938-1945)

- storia, gestione, obiettivi

IL PIANO DI RICOSTRUZIONE (1946-1950)

- storia, gestione, obiettivi

LA CITTA’ POST-INDUSTRIALE

 PRG (1998-2001)

- gestione (riassunto tappe principali)

- obiettivi

- bibliografia

 

appunti dell'Arch. Marzio PAVARANI

 Parte terza: PIANO REGOLATORE GENERALE 1969 - 74

LEGISLAZIONE URBANISTICA (*)

 

SCHEDE RIASSUNTIVE

1) Piano Particolareggiato di esecuzione   P.P.

Riferimenti legislativi

Legge n°1150 del 1942

Legge n° 765   del 1967

Contenuto

- piano di dettaglio esecutivo,specificato,se occorre,fino alla progettazione volumetrica

- si applica al piano regolatore generale nell’ambito di tutte le destinazioni d’uso e previsioni di sviluppo o di ristrutturazione

- la sua approvazione equivale a dichiarazione di pubblica utilità,che consente di procedere all’esproprio delle aree destinate ad usi pubblici

- validità decennale dalla data di approvazione

Competenze

- la compilazione è di competenza del Comune.

Procedure di approvazione

- delibera di adozione del Consiglio comunale

- pubblicazione

- presentazione di osservazioni e opposizioni

-controdeduzioni del Consiglio comunale e trasmissione (alla Regione fino al 8/6/90) alla Provincia

-approvazione (della Regione fino al 8/6/90) della Provincia.

Procedure di attuazione

- il Comune espropria le aree destinate a servizi pubblici

- i proprietari privati utilizzano direttamente le aree attuando le indicazioni del P.P.

- il Comune può espropriare le aree a destinazione privata in caso di inosservanza o di inadempienza dei proprietari

- il Comune può imporre la formulazione di comparti obbligatori e procedere al loro esproprio nel caso in cui i privati non attuino il P.P.

Note

Dà al Comune la possibilità di intervenire nella fase di definizione dello sviluppo urbanistico,ma non nei modi di attuazione di tale sviluppo,perché non prevede alcuna convenzione tra Comuni e privati per l’utilizzazione delle aree edificabili. Nelle norme di attuazione del P.P.vanno precisate al massimo anche le destinazioni d’uso degli edifici.Va utilizzato soprattutto nelle situazioni di ristrutturazione urbanistica che non implicano problemi di sostituzione sociale.

 

2) Piano di lottizzazione      P.d.L.

Riferimenti legislativi

Legge n°1150 del 1942

Legge n°765   del 1967

Contenuto

- piano di dettaglio esecutivo paragonabile al P.P.

- si applica al piano regolatore generale e al programma di fabbricazione,sia per le aree di espansione e completamente destinate a uso residenziale,industriale e turistico,che per le aree di ristrutturazione che comportano opere di urbanizzazione

- deve essere accompagnato da una convenzione tra proprietario e Comune

- validità indicata nella convenzione

Competenze

- la compilazione del PdL è di competenza del proprietario dell’area

- il comune può imporre un PdL obbligatorio ai proprietari di aree in determinate zone dove è necessaria una sistemazione unitaria

- il Comune può procedere alla  compilazione di PdL d’ufficio se i privati non aderiscono all’invito di formare il PdL e procedere all’esproprio sei privati non accettano il piano

- il Comune può far decadere PdL approvati,se esistono ragioni di pubblica utilità

Procedure di approvazione

- delibera di approvazione del Consiglio comunale relativa al PdL e convenzione

- nulla osta delle Regione(fino al  

- stipula della convenzione

Procedure di attuazione

- il Comune riceve gratuitamente le aree destinate a servizi pubblici, in base alla convenzione

- il proprietario si assume gli oneri di urbanizzazione primaria e parte di quella secondaria

- il rilascio delle licenze edilizie è subordinato alla contemporanea esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria

- entro dieci anni devono essere ultimate tutte le opere di urbanizzazione

Note

Il PdL non dà al Comune la possibilità di intervenire in prima persona nella definizione dello sviluppo urbanistico,bensì quella di far assumere al proprietario privato anche gli oneri diretti di questo sviluppo,attraverso la stipula di una convenzione finanziaria. Va utilizzato in tutte le occasioni di richiesta di licenze edilizie che interessano zone di espansione o di completamento e ristrutturazione dove si verifica carenza di opere di urbanizzazione primaria e secondaria.

 

3) Piano di zona per l’edilizia economica e popolare      P.E.E.P.

Riferimenti legislativi

Legge n° 167 del 1962

Legge n° 865 del 1971

Contenuto

- piano di delimitazione delle zone da destinare a edilizia economica e popolare,deve contenere la rete stradale, la delimitazione di spazi pubblici e di lotti edificabili con indicazioni delle tipologie

- si applica al piano regolatore generale,anche soltanto adottato e al programma di fabbricazione, di preferenza nell’ambito di zone residenziali,ma anche in variante alle destinazioni di piano generale

- ha valore di P.P.per quanto riguarda la dichiarazione di pubblica utilità

- validità decennale

- limiti di dimensionamento:non deve superare il 60% del fabbisogno complessivo dell’edilizia abitativa nel periodo considerato.

Competenze

-la compilazione del P.E.E.P. è obbligatoria per tutti i Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti, facoltativa per gli altri

- più Comuni possono riunirsi in consorzio per formare un piano consortile

Procedure di approvazione

- delibera di formazione del Consiglio comunale

- delibera di approvazione del Consilio comunale

- pubblicazione

- presentazione di osservazioni e opposizione

- controdeduzioni del Consiglio comunale e trasmissione alla Regione (fino

- approvazione della Regione (fino

- semplice delibera del Consiglio comunale per varianti non sostanziali

- delibera del Consiglio comunale di approvazione delle convenzioni di cessione delle aree.

Procedure di attuazione

- il Comune espropria tutte le aree comprese nel P.E.E.P.

- le aree espropriate sono cedute in parte(tra il 20 e il 40%) in proprietà, in parte in concessione a termine(diritto di superficie):in entrambi i casi la cessione è subordinata ad una convenzione

- l’attuazione avviene attraverso programmi pluriennali approvati con delibera del Consiglio comunale

Note

Il P.E.E.P. dà al Comune la possibilità di intervenire sia nella definizione dello sviluppo urbanistico,che nei modi di attuazione di tale sviluppo,relativamente alle destinazioni a edilizia popolare, in quanto consente al Comune di intervenire direttamente o di stipulare convenzioni con i privati che intendono intervenire attuando le disposizioni del P.E.E.P. Va utilizzato, con il massimo dimensionamento possibile, nelle situazioni di espansione edilizia e in quelle di ristrutturazione,specie se interessate da insediamenti di tipo popolare.

 

4) Piani di esproprio in zone d’espansione      P.E.

Riferimenti legislativi

Legge n°1150 del 1942

Legge n°865   del 1971

Contenuto

- piano di delimitazione delle aree da espropriare nelle zone di espansione

- si applica al piano regolatore generale,nell’ambito di zone prevalentemente residenziali e non prevalentemente residenziali

- la sua approvazione consiliare equivale a vincolo delle aree per un quinquennio,entro questo periodo deve essere approvato il P.P. delle aree

- validità quinquennale, rinnovabile

- limiti di dimensionamento:20% delle aree di espansione eccetto quelle già destinate al P.E.E.P.

Competenze

- la delimitazione delle aree è di competenza del Comune che redige il P.P. e procede all’ esproprio.

Procedure di approvazione

- delibera di delimitazione delle aree da espropriare del Consiglio comunale

- per l’approvazione del P.P.vedi scheda apposita

- delibera del Consiglio comunale di approvazione delle convenzioni di cessione delle aree

Procedura di attuazione

- entro cinque anni dalla delimitazione delle aree da espropriare,si deve formare e approvare il P.P. sulla base del quale si procede all’esproprio

- le aree espropriate a prevalente destinazione residenziale sono cedute parte in proprietà( tra il 20 e il 40%), parte in diritto di superficie

- le aree espropriate a prevalente destinazione non residenziale sono cedute in proprietà per una quota non superiore al 50%

- la cessione delle aree è sempre accompagnata da una convenzione tra Comuni e proprietari

Note

La delimitazione di aree da espropriare consente al Comune di intervenire in prima persona nella definizione dello sviluppo urbanistico e offre anche alcune garanzie, da definire attraverso le convenzioni con i destinatari delle aree, sui modi di attuazione di tale sviluppo. Per le zone di espansione,quindi,è preferibile ricorrere a questo strumento urbanistico,piuttosto che al semplice P.P

 

5) Piano delle aree da destinare a insediamenti produttivi            PIP

Riferimenti legislativi

Legge n°865 del 1971

Contenuto

- piano di delimitazione della zona da destinare a insediamenti produttivi(industriali,artigianali,commerciali e turistici)

- si applica al piano regolatore generale e al programma di fabbricazione,nell’ambito delle zone destinate a insediamenti produttivi

- ha valore di P.P. per quanto riguarda la dichiarazione di pubblica utilità

- validità decennale

Competenze

- la delimitazione delle aree è di competenza del Comune

- la Regione concede l’autorizzazione a procedere alla formazione del PIP

- per la formazione del P I P ,valgono le stesse norme del PEEP.

Procedure di approvazione

- delibera di delimitazione delle zone del Consiglio comunale

- autorizzazione della Regione a procedere alla formazione del PIP

- per l’approvazione del PIP vedi la scheda PEEP

Procedure di attuazione

- il Comune espropria tutte le aree comprese nel PIP

- le aree espropriate sono cedute,per una quota non superiore al 50%,in proprietà,il resto in diritto di superficie:in entrambi i casi la cessione è subordinata a una convenzione tra Comune e destinatari.

 Note

Il PIP dà al Comune la possibilità di intervenire sia nelle definizioni dello sviluppo urbanistico, che nei modi di attuazione di tale sviluppo,relativamente a tutte le zone destinate a insediamenti produttivi, in quanto consente al Comune di intervenire direttamente o di stipulare convenzioni con privati che intendono intervenire attuando le disposizioni del PIP. Va utilizzato,con il massimo dimensionamento e con opportune convenzioni,per risolvere problemi di nuovo insediamento produttivo o di trasferimento e ristrutturazione di unità produttive esistenti.

 

6) Piano di recupero

Riferimenti legislativi

Legge n° 457 del 1978

Contenuto

- individuazione delle zone di recupero caratterizzate dalle condizioni di degrado degli edifici esistenti e della carenza di opere di urbanizzazione primaria e secondaria.

- individuazione dell’ ambito delle zone anzidette degli immobili, complessi edilizi,isolati o aree,per le quali il rilascio della concessione resta subordinato alla formulazione dei piani di recupero

- formulazione dei piani di recupero (di iniziativa pubblica e/o privata contenenti la disciplina dei necessari interventi di ristrutturazione urbanistica ed edilizia

- rilascio delle concessioni edificatorie.

Competenze

- i Comuni possono individuare nell’ambito dei piani urbanistici generali (se esistenti) le zone dove le condizioni degli edifici esistenti presentano condizioni di degrado e dove sono carenti le opere di urbanizzazione primaria e secondaria

- ai Comuni è data la facoltà di attribuire valore di piani di recupero ai piani particolareggiati ed ai piani delle zone da destinare ad edilizia economica e popolare già approvati alla data di entrata in vigore della legge medesima e finalizzata al risanamento del patrimonio edilizio esistente.

- i proprietari di immobili di aree compresi nelle zone di recupero possono presentare proposte di piani di recupero. La proposta è adottata con delibera comunale,unitamente ad  una convenzione contenente le previsioni stabilite da cui i privati si assumono gli oneri. La proposta di piano deve essere  pubblicata con la procedura prevista per i piani particolareggiati.

Procedure di approvazione

- a) l’attuazione del piano di recupero è demandato: ai proprietari delle unità minime d’intervento,da soli o riuniti in consorzio, o alle cooperative edilizie di cui siano soci;alle imprese di costruzione o alle cooperative edilizie alle quali i proprietari oi soci abbiano conferito il mandato all’esecuzione delle opere ai condomini o loro consorzi;agli Iacip o loro consorzi

- b) ai Comuni che possono provvedere direttamente o attraverso la stipula di apposite convenzioni ecc..

(*) questo scritto si riferisce alla legislatura com’era concepita nel periodo preso in esame cioè negli anni ’70 e ’80; esso è stato stralciato dalle schede riassuntive contenute nel libro “l’attuazione dei piani urbanistici” di Valeria Erba e dall’edizione (solo per quanto compete la L. 457/78 ) “Diritto urbanistico VIII edizione”

 

sopra: P.R.G. 1969-1974

sotto: legenda del P.R.G