Il programma di Prodi, senza pagine strappate

Chi ha votato centrosinistra si troverà presto a ringraziare una per una le 281 pagine del Programma elaborato e firmato da tutti i partiti. Probabilmente non hanno offerto un argomento decisivo durante la campagna elettorale, ma lo faranno ora che l’Unione si appresta a governare. Ci dicono che la politica è chiamata a cercare risposte efficaci in una realtà complessa, con atti e metodi adeguati.
Nella formazione dell’esecutivo hanno pesato più del necessario i partiti. Rispecchiarne il peso dei consensi è di per sé fattore di democrazia. Ma quando questo peso più che gli elettori ha come riferimento le correnti interne, i personalismi e la competizione tra gli alleati, si trasforma nel suo contrario: chiude spazi di democrazia. Come dimostra lo scarso rilievo della presenza femminile, per quantità e prestigio dei dicasteri, nonostante i buoni propositi di Prodi nella campagna elettorale.
Alcuni ministri, freschi di giuramento, hanno annunciato subito riforme e abrogazioni. Queste iniziative possono essere adeguatamente spiegate all’interno di un’azione collegiale di governo ma, con questi tempi e con questi modi, diventano esternazioni estemporanee. E’ come strappare alcune pagine del programma e farne una bandiera: a Prodi il decisivo compito di essere un tenace rilegatore.

Giuseppe Bizzi

IN PIAZZA
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