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documenti e dibattiti curati dal
Circolo 'il Borgo' di Parma

 

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La Politica dell’Europa e la Politica a Parma          (Lamberto Soliani)

In questi giorni, i capi di governo d’Europa hanno riaffermato l'impegno stabilito a Lisbona nel 2000. L’unico modo per mantenere le imprese europee competitive su scala mondiale, mantenere il benessere ai livelli attuali, assicurare lavoro ai giovani, godere ancora dell’assistenza sanitaria e sociale come nell’ultimo periodo, è che l'Europa diventi l’economia della conoscenza più avanzata al mondo.

In vari dibattiti organizzati con il sostegno e la partecipazione diretta dei presidenti delle Assemblee della Provincia e del Comune di Parma, nell’anno scorso il circolo culturale “Il Borgo” ha presentato queste indicazioni per aumentare l’occupazione, la produzione, lo sviluppo tecnologico. La costruzione di una condizione di pieno impiego in Europa, con un aumento numerico dei posti di lavoro e un loro innalzamento qualitativo, secondo gli esperti passa attraverso il raggiungimento di una serie di obiettivi ambiziosi da raggiungere nel 2010, quali un tasso d’occupazione totale del 70%, un tasso d’occupazione femminile del 60%, una occupazione dei lavoratori anziani (55-64 anni) del 50%, un aumento di almeno 5 anni dell’età media alla pensione, lo sviluppo di politiche a favore dell’occupazione femminile, soprattutto nell’età giovanile e a favore del reddito delle giovani coppie.

Per conquistare queste mete, è necessario abolire gli ostacoli alla mobilità tra nazioni (con il riconoscimento dei titoli di studio, il trasferimento delle pensioni, una migliore diffusione delle informazioni, …), migliorare la qualità del lavoro (in particolare l’ambiente di lavoro, la sanità e la sicurezza), diminuire la quota di economia sommersa, ridurre il carico fiscale sui salari bassi, rapportare i salari all’evoluzione della produttività, trovare un equilibrio efficiente tra flessibilità e sicurezza sociale nei contratti di lavoro.

Per una economia fondata sulla conoscenza, sono poi necessari interventi specifici a favore della innovazione, con l’individuazione di obiettivi comuni nelle politiche nazionali in materia di educazione, rendendo più propizio l’investimento privato, sia nella ricerca, sia nelle imprese giovani specializzate nell’alta tecnologia.

In occasione di vari incontri per coordinare le politiche europee, negli ultimi mesi il Presidente della Repubblica ha ripetutamente denunciato la gravità dei problemi economici e sociali della nazione e ha inviato varie sollecitazioni al governo: l'Europa perde in competitività rispetto all’America e agli altri paesi sviluppati; l’Italia è tra le ultime in Europa. Molte nazioni hanno fatto poco per raggiungere gli obiettivi fissati; l'Italia meno della media.

In ambito locale, come purtroppo confermano le classifiche periodicamente pubblicate in Italia sulla qualità della vita, Parma sta retrocedendo nelle graduatorie nazionali. Meno di 10 anni fa, occupava stabilmente le prime posizioni. Da tempo, i quotidiani nazionali evidenziano le difficoltà occupazionali di tre grandi aziende italiane: Fiat, Parmalat, Barilla. Parma è in prima linea.  Soprattutto alcune aziende locali meno note vivono difficoltà nettamente superiori.

E' una situazione presente da alcuni anni. Il sindaco del Comune di Parma oltre un anno fa inviava vari allarmi, divulgati ampiamente dalla stampa locale “Se vuole mantenere le posizioni conquistate, Parma non può limitarsi a competere con il resto dell’Italia, ma deve confrontarsi con le più avanzate realtà europee. Altrimenti sarà impossibile conservare gli attuali livelli di servizi e qualità della vita”.

Sollecitati da vari gruppi culturali e politici, si è aperto un dibattito per segnalare alla politica locale alcuni obiettivi condivisi di sviluppo economico, sociale e culturale. Lo scopo è arrivare a una sintesi sul sistema Parma, attivare sinergie, ricercare e proporre nuovi stimoli per gli amministratori, aprire confronti con tutti quelli che sono interessati al futuro della comunità.

“Il Borgo” ha preso l'iniziativa  di analizzare la situazione locale, relativamente allo sviluppo economico (tasso di crescita della produzione, della occupazione, degli investimenti; ricerca e innovazione tecnologica per industria, agricoltura, artigianato e commercio; la risorsa umana, con orientamento e aggiornamento; il contributo dell’Università alla innovazione tecnologica e alla formazione), alla coesione sociale (l’immigrazione, gli anziani, le nuove povertà, la solidarietà nelle sue diverse forme), alla organizzazione del territorio e alle infrastrutture (viabilità, aeroporto, Cepim, fiera, parco tecnologico, opere pubbliche, trasporti, progettualità e rapporti con l’Europa) al sistema culturale (iniziative culturali, tipicità, turismo e ambiente, accoglienza).

Nei mesi di settembre e ottobre scorsi, il Borgo ha ripreso l'iniziativa. Ha invitato il Sindaco di Parma e il Presidente della Provincia a presentare i loro progetti sul futuro della comunità. Per introdurre il dibattito, sono stati richiamati altri dati, in particolare quelli relativi alla popolazione. La Provincia è in leggero aumento; la città ha perso circa 10 mila unità negli ultimi 20 anni. Soprattutto, con l'aumento degli immigrati e il raddoppio delle persone anziane (oltre i 75 anni) sono aumentate le persone povere; nel frattempo, i giovani sono diminuiti ed è invecchiata la forza di lavoro. Per mantenere a Parma la stessa qualità della vita, l’unica soluzione è trovare le risorse, quando le richieste aumentano e diminuiscono coloro che possono assicurarla.

Le linee di azione sono tre, tutte necessarie: favorire l’inserimento dei giovani ai livelli più elevati; aumentare l’occupazione delle fasce più emarginate dal lavoro; sostenere l’immigrazione di persone che possano fornire un contributo di attività e competenze.

Sotto l’aspetto amministrativo, occorre intervenire sulle infrastrutture materiali e immateriali.

Mentre le prime sono oggetto di dibattito quasi quotidiano, dall’Authority alimentare alle vie di comunicazione, quelle immateriali (il capitale umano, il capitale sociale e il capitale amministrativo) a parere dei tecnici sono ancora più importanti. Ma spesso sono trascurate.

Il capitale umano è quell’insieme di capacità individuali e quella cultura acquisita nel tempo dai lavoratori locali, che hanno permesso lo sviluppo dei decenni scorsi e l’attuale livello di benessere. Richiede formazione continua e aggiornamento.

Il capitale sociale é l’insieme di quelle caratteristiche della vita sociale – reti, norme, fiducia – che mettono la maggioranza in grado di agire più efficacemente nel perseguimento di obiettivi condivisi. Le persone hanno quella fiducia che accresce l’efficienza di qualsiasi gruppo e organizzazione, solo quando giungono a ritenere che gli altri si comportano in modo affidabile e onesto. E' anche “la solidarietà come base dello sviluppo”, che ha rappresentato storicamente uno dei punti di forza di Parma.

Il capitale amministrativo è la presenza di progetti condivisi da tutte le forze politiche, ai diversi livelli amministrativi, sia pubblici che privati, nei quali la popolazione ha fiducia. In una fase storica di diminuzione delle risorse, solamente la loro concentrazione su progetti, priorità e impegni comuni rendono possibile la realizzazione di quei grandi programmi che permettono di costruire e rinnovare il futuro.

Le risposte del Sindaco e del Presidente della Provincia sono state nettamente differenti.

Secondo il Sindaco non può esistere un solo progetto, ma devono esistere tante iniziative. L'Amministrazione non vuole imporre un modello, che non esiste nel momento storico attuale, ma costruire delle opportunità. Non è necessario che le decisioni siano condivise, in quanto la ricerca dell'unanimità porta alla paralisi amministrativa, alla difesa degli interessi già presenti e consolidati. L'innovazione richiede l'appoggio ai gruppi più dinamici e nuovi. Quindi una politica che sappia eliminare il vecchio modo di amministrare.

Secondo il Presidente della Provincia, i numerosi progetti già iniziati e le nuove sfide richiedono una ampia unità d'intenti, come il risultato dell'Authority alimentare ha dimostrato. Ma occorre unire gli sforzi di tutte le amministrazioni, mentre le difficoltà di Parma derivano in buona parte da questa incapacità a collaborare, dalla difesa dell'individualità quando si chiede di condividere valori, ideali, obiettivi e mettere in comune progetti e risorse. Per una efficienza amministrativa moderna, che sia competitiva con territori più ricchi di risorse e di opportunità, la stessa organizzazione del territorio richiede quella visione ampia che rappresenta l'attuale limite più grave di Parma. Ma che occorre perseguire con il contributo di tutte le forze e le intelligenze presenti.

Lamberto Soliani